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Il contesto

Un Istituto scolastico orientato al settore chimico non poteva che essere intitolato a Giulio Natta, l’unico scienziato italiano insignito del premio Nobel per la chimica (1963). Nella sua attività Natta riusciva ad instaurare uno stretto rapporto tra la ricerca fondamentale, la ricerca applicata e la produzione industriale. In particolare sperimentò l’utilizzo di catalizzatori stereospecifici per la produzione di materie plastiche, quali il Moplen e il Meraklon, da monomeri gassosi come il propilene. Giulio Natta è nato a Porto Maurizio (IM) il 26 febbraio 1903, dopo la maturità classica presso il Liceo “Colombo” di Genova si iscrisse al corso di laurea di Ingegneria Industriale al Politecnico di Milano, dove si laureò in Ingegneria Chimica nel 1924, a soli 21 anni. Dall’anno successivo fu professore incaricato di Chimica Generale presso lo stesso Politecnico fino al 1932, anno in cui vinse il concorso alla cattedra di Chimica Generale dell’Università di Pavia; dove rimase fino al 1935, quando venne chiamato a ricoprire la cattedra di Chimica Fisica dell’Università La Sapienza di Roma. Nel 1937 ricoprì la cattedra di Chimica Industriale al Politecnico di Torino. L’anno successivo ritornò al Politecnico di Milano, alla cattedra di Chimica Industriale, che lasciò nel 1973 dopo 35 anni di attività accademica. Natta morì a Bergamo il 2 maggio 1979, all’età di 76 anni.